Si parla molto di bambini viziati, soprattutto di quelli degli altri. Poi, però, quando capita a noi di viziare un figlio quasi non ce ne rendiamo conto. Vediamo chi non è un bambino viziato e chi invece lo è veramente.
I neonati non sono bambini viziati. I neonati piangono e piangono, hanno BISOGNO del contatto fisico e devono essere accompagnati verso i primi momenti di indipendenza. Il neonato piange non per desideri ma per dei bisogni che devono essere assecondati e poi, lentamente ridimensionati. Ad esempio, la nonna fa il classico commento sulla figlia che tiene sempre in braccio il nipotino "Così lo vizi e basta.
Lascialo un po' per terra che si deve abituare". La nonna non ha tutti i torti, il suo consiglio però è brusco e la mamma non se la sente di staccarsi da suo figlio.
La cosa da fare è - come suggerisce Tracy Hogg nel suo libro "Il linguaggio segreto dei nenoati", quando - e solo quando la mamma si sentirà pronta - di cominciare a posare delicatamente il figlio nel suo spazio... Magari restare lì un pochino, tranquillizzarlo e poi, SOLO POI, andare a fare qualcosa nella stessa stanza, dove il piccolo potrà vederci dal basso.
I terrible twos non sono bambini viziati. Poverini, mi spiace anche catalogarli così. Ma, devo dirlo, a me piacciono i toddlers, quei piccoli esserini che si impongono, che si vogliono far sentire, che vogliono essere rispettati. Io mi diverto a vederli e me ne compiaccio perché so che stanno seguendo un giusto e sano sviluppo psicologico. (Mamma, cosa succederebbe se provassi a pensarla anche tu così?) I bambini dall'anno e mezzo ai 2 anni e mezzo sono così. Se vogliono qualcosa possono anche sdraiarsi per terra e urlare per ottenerla.
Ti guardano in faccia e ti dicono un secco "NO!". Sono ribelli e sono normali. Non sono bambini viziati però. Non reprimere gli sfoghi di tuo figlio. Ecco cosa fare: restagli accanto, sereno, in silenzio... e aspetta. Aspetta che ritorni sulla terra e che si accorga della tua non-reazione. Così facendo gli darai l'opportunità di imparare a calmarsi da solo e gestire questi sfoghi di rabbia e gli farai sapere che - anche in questi momenti - tu sei lì (e lo ami e lo consideri).
Ecco cosa sono i bambini viziati
I bambini viziati sono quelli a cui vengono soddisfatte tutte le richieste, quelli che calpestano la pazienza del genitore, il rispetto verso il genitore, lo spazio del genitore... Sono quelli che urlano, pretendono, non chiedono per favore, ottengono quello che vogliono (quasi sempre) e che quindi sono pieni di giochi che non guardano mai e che non rispettano. Sono quelli che se ai giardinetti danno una spinta all'amico, il genitore lo giustifica anziché riprenderlo e correggerlo... "Che vuoi... Sono bambini". Questi sono i bambini viziati.
Perché i genitori si fanno comandare dai bambini viziati?
Non ho la risposta magica. Ho visto due casi in particolare di genitori che crescono bambini viziati:
- il caso più comune, quello del genitore assente. Il genitore è via tutto il giorno e quindi il figlio vuole attirare l'attenzione, vuole amore e lo ottiene da oggetti e da compiacenza, troppa compiacenza.
- il caso più raro ma pericoloso, della mamma che ne ha paura. Ho visto situazioni in cui il padre è assente perché spesso fuori e la madre stanca e stressata che ha paura dell'ira del figlio e così lo asseconda in tutto e per tutto e ne diventa succube. Questa situazione è pericolosa per la madre che rischia forti carichi di stress e di scoppiare prima o poi. Se questo è il tuo caso, leggi subito questo articolo per cambiare i comportamenti dei bambini viziati.

In coaching con Debora » Il Percorso individuale di Figli Felici, include 3 ore (suddivisibili), scambio email illimitato, compiti mentali da eseguire, la Formazione Online “Figli Felici” e vuole aiutare il/i genitore/i a relazionarsi meglio con i figli per guidarli a livello comportamentale, nella gestione ed esplorazione delle emozioni, nel relazionarsi in famiglia e fuori. Debora Conti è autrice, formatrice, Trainer di PNL a livello internazionale e Coach professionista. È dottoressa in lingue e in psicologia e ha conseguito diversi master. Ha scritto vari libri di crescita personale tra cui alcuni best seller. Ha ideato specifici metodi di auto-aiuto e ama divulgare in modo semplice e pratico solo ciò che trova utile.
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Judy Bartkowiak , PNL per le mamme e i papà, Alessio Roberti ed., trad. G. Fort
Jessica Alexander, Iben Sandahl, Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni, Newton, trad. F. Gianotti Tabarin
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Mel Levine, A modo loro, Mondadori, trad. A. Baldo
Daniel J. Siegel, Tina Payne Bryson, La sfida della disciplina, Raffaello Cortina Editore, Trad. C. Marchetti
Janet Lansbury, No bad kids, JLML Press
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L'intento dell'autore è quello di guidare insegnanti e genitori a conoscere e valorizzare le unicità dei bambini. Ognuno ha sviluppato certe abilità meglio di altre ed è di fondamentale importanza saper individuare le aree di forza e incidere sulle carenze.
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A detta di Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta, che ne scrive la prefazione, questo libro è stato scritto «nell’intento di illustrare alcuni percorsi affettivi ed educativi del rapporto quotidiano tra genitori e figli, indaga tutti i canali della prassi comunicativa - verbale, non verbale e paraverbale - a dimostrazione del fatto che non solo sulle parole, ma anche sul sorriso, sulla postura, sullo sguardo, sui gesti, sul tono della voce si deve e si può lavorare per la riuscita di un’educazione sentimentale consapevole e radicante».
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L’intento dell’autore è quello di dare “il metodo” di studio allo studente e al genitore che legge questo libro. Non è questione di memoria o di capacità straordinarie, è solo questione di metodo ci dice e tutta la prima parte del libro è dedicata alla sua presentazione. La seconda parte del libro entra nel dettaglio dell’applicazione del metodo di studio e delle tecniche di memoria per diversi temi: imparare un elenco, dei concetti, una lingua, un capitolo di una materia scolastica…