Perché a volte ci sembra di girare sempre nello stesso girone? Come se dovessimo scontare una pena… E invece, si tratta “solo” di struttura. La struttura di un’abitudine che può essere osservata e cambiata.
Nel libro Ascolta i grilli e scendi dall’ottovolante ti presento di “ottovolanti”, cioè quelle abitudini che vogliamo 1) osservare e – se non ci piacciono più – 2) dai quali vogliamo scendere. In questo passaggio iniziale dal libro, ti presento le abitudini e come si formano, perché ci sembrano delle “prigioni” a volte e come possiamo iniziare a VEDERLE per cambiarle.
L’OTTOVOLANTE DELLE ABITUDINI
PERCHÉ, in alcune circostanze, ci sembra di rivivere sempre la stessa storia, di percorrere in tondo lo stesso girone dantesco, di personificare la teoria di Giambattista Vico dei «corsi e ricorsi storici», cioè di rimanere sempre uguali a noi stessi?
L’ottovolante rappresenta le abitudini che adottiamo più spesso e le situazioni ricorrenti in cui ci troviamo di frequente. Conosci i tuoi ottovolanti? Cioè, conosci le tue abitudini?
Ti pare di rivivere continuamente situazioni imbarazzanti, pesanti, difficili, noiose, stressanti? Sai il perché?
Un’abitudine è un’azione ripetuta più volte, un comportamento che, tempo fa, abbiamo messo in atto per soddisfare un bisogno.
La ripetizione di quel comportamento ha generato un percorso neuronale nel nostro cervello e ora lo attiviamo automaticamente, senza davvero scegliere ogni volta che cosa fare.
Ti faccio un esempio.
Mi sto annoiando e cerco di svagarmi: ecco che si manifesta un bisogno. Per soddisfare la mia necessità di distrarmi mi metto a fumare. Questa è un’azione che può diventare un’abitudine. La sigaretta è un mezzo che mi è stato d’aiuto perché ha appagato il mio bisogno in quel momento.
Ma a lungo termine, un mezzo che era nato per un bisogno ben preciso può:
a. Generalizzare e autoapplicarsi ad altri bisogni – ridurre nervosismo o stress, cercare divertimento...
b. Perdere la sua funzione di mezzo per arrivare a uno stato emotivo e rimanere semplicemente un’azione.
Tutti noi abbiamo diversi ottovolanti su cui saliamo ormai automaticamente: alcuni ci consentono ancora di soddisfare un bisogno, altri non più, perché li abbiamo talmente generalizzati e messi in atto che non ci danno più quello che ci davano prima.
Tutti noi, inoltre, abbiamo svariati ottovolanti utili e alcuni non utili.
Per utile intendo un comportamento che ti offre un vantaggio a breve e anche a lungo termine.
Non utile o non più utile è invece un mezzo (un comportamento) che non rispetta più il tuo senso di libertà, di benessere e di miglioramento.
Ci serviamo dei termini «utile» e «non utile» perché in questo ambito sono più efficaci di «buono» e «cattivo» o «positivo» e «negativo». Ciò che è utile al tuo benessere può infatti essere quantificato senza margini di errore in base ai vantaggi che ti può portare. L’utilità è quindi un’unità di misura oggettiva, mentre buono, cattivo, positivo e negativo implicano sempre un giudizio soggettivo.
L’utilità di un mezzo ha una variabile, però: il quando e per quanto tempo.
Fumare può essere un mezzo utile per rilassarsi una volta ogni tanto ma se poi il fumatore generalizza e sfrutta quel mezzo per ottenere altro, sarà lui stesso a sentirlo non più utile, e di conseguenza a voler smettere. Si tratta di un giudizio personale. Quando un mezzo non dà più alcuna utilità diventa una NON scelta, una sorta di «aspirapolvere succhia libertà», una negazione del proprio potere di scelta.
Qualsiasi azione volta a soddisfare un bisogno – star bene, dedicare un momento a se stessi, rilassarsi, prendersi del tempo, coccolarsi – rimane utile se compiuta per scelta e in libertà. Diventa invece un «aspirapolvere succhia libertà», un’abitudine, quando non funziona più: non ci si accorge di farla, non la si vuole fare e non ci si ricorda nemmeno più quale stato emotivo ci si aspettava da quella azione.
Questa è proprio l’idea alla base di Giusto Peso Per Sempre, il metodo da me ideato con cui si può dimagrire usando la mente e la libertà di scegliere, invece delle diete. Chi ha imparato a mangiare in eccesso ai pasti o più volte al giorno, anche senza avere davvero fame, lo ha fatto proprio per cercare soddisfazione a un bisogno emotivo: Ah! adesso mi rilasso, Finalmente un po’ di tempo solo per me, Che giornata stressante, Questo ci voleva proprio, Che nervoso il mio capo! Mi sento così sola…
Mangiare per consolarsi, coccolarsi, rilassarsi o altro, una volta, due volte, ogni tanto (cinque, sei, dieci volte l’anno) ci sta eccome! Rimane una scelta, o meglio una delle tante scelte a disposizione, e soddisfa il bisogno.
Se però mangiare per soddisfare un bisogno emotivo diventa una scelta obbligata, il mezzo (cibo) non sarà più utile né psicologicamente né fisicamente e a lungo termine mostrerà la sua non utilità anche incidendo sul peso corporeo. A quel punto, se non si impara a cambiare abitudine in modo duraturo ed efficace, si vivrà la situazione con sempre maggiore frustrazione e senza risolvere il problema.
Qui ci viene incontro la perenne voglia, insita in noi, di star bene e migliorare: come si può smettere di fare una cosa che non desideriamo più fare, ma che abbiamo fatto per così tanto tempo che è apparentemente più forte di noi? Com’è possibile scendere da un ottovolante che non ci diverte più?
La risposta è: usando la tua mente conscia per aiutare la tua mente inconscia, e con questo libro imparerai nei dettagli come farlo.
In altre parole: tu che leggi, tu che pensi, tu che immagini, tu che crei, insomma tu che sei la parte conscia di te stesso potrai imparare a parlare con l’altra parte di te (quella inconscia appunto) che ogni tanto sembra si faccia gli affari suoi. Non importa quanto urli, ti arrabbi, sei frustrato, lei continua e continua a mangiare, fumare, brontolare e… incasinarsi!
Ma andiamo per gradi: conosci i tuoi ottovolanti, quelli da cui vuoi scendere per sempre?
Ecco alcuni esempi:
- Fumare troppo
- Mangiare troppo
- Litigare sempre allo stesso modo con qualcuno
- Svegliarsi spesso di malumore
- Mantenere un’espressione del viso perennemente tesa e corrucciata
- Lamentarsi di continuo
- Parlare sempre degli stessi argomenti
- Farsi soggiogare dagli altri
- Gestire male il tempo
- Essere troppo gelosi e ingiustificatamente
- Mangiarsi le unghie.
Attenzione, perché non sempre si è coscienti dei propri ottovolanti non utili. Inizia con quelli che riconosci e poi magari ti accorgerai anche degli altri: un giorno, per esempio, conversando con una determinata persona, noterai che molto spesso usi un tono di voce spiacevole, adotti un atteggiamento di rimprovero, oppure emetti giudizi negativi. Adesso pensa ai tuoi ottovolanti non più utili, quelli da cui vuoi scendere ma ti sembra di non riuscirci.

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