È importantissimo dare regole ai bambini e altrettanto importante sapere come dare regole ai bambini. Ecco alcune dritte per sapere come dare delle regole ai tuoi figli.
Le regole dovrebbero mantenere alcune precise caratteristiche per funzionare, vediamole insieme:
1.Scegli un numero limitato di regole.
Non puoi controllare tutto. Fai in modo che non siano più di 10 le regole da rispettare. Le regole in casa nostra non sono scritte e possono mutare con la crescita delle figlie. Ad esempio, ora siamo nella fase dei giochi più animati perciò è importante stabilire la regola che "Puoi giocare a palla in casa solo con la palla molle e in corridoio". Ciò implica che non possono giocare vicino alla TV o a computer o in cucina con possibili fuochi accesi (!). Riserva le regole per cose importanti come evitare pericoli o promuovere caratteristiche della personalità importanti.
Altra regola in casa nostra è il chiedere le cose usando il per favore e la frase al condizionale. Se mia figlia "grande" di 5 anni dice: "Voglio ancora pasta", la correggiamo sempre chiedendo di riformulare la frase. Prima, per mesi, dovevamo suggerirla noi e farla ripetere... Ora si corregge da sola (ancora previa nostra richiesta però) e dice: "Per favore, potrei avere ancora della pasta?"
Altra regola in casa nostra è che non ci si rincorre per casa, perché è pericoloso (e rischiano di spaccarsi la testa). Anche perché il rincorrersi capita di solito la sera e tra stanchezza e sovra-eccitazione eventuale, il danno è dietro l'angolo. Per mettela in positivo riformuliamo così noi: "Non ci si rincorre. Camminate con calma. Venite qui, dai che ci laviamo i denti/mettiamo il pigiama"... o proponiamo un'altra attività per distrarre le bimbe.
Ultimo esempio di regola in casa nostra è che "Se sporchi, pulisci". Certo, con l'eventuale aiuto della mamma che fornisce di straccetto imbevuto di acqua calda o di asciugamano per asciugare l'acqua rovesciata ma desideriamo che le nostre figlie imparino il valore delle azioni altrui.
2.Sii flessibile per casi eccezionali.
L'eccezione conferma la regola, si dice. Se per esempio hai una regola in casa che non si guardano i cartoni prima di un certo orario, potresti consapevolmente ignorare la regola quando tuo figlio è a casa malato. In casa nostra è così, noi abbiamo la regola che non si accendono i cartoni prima delle 17:30 ma, se una bimba è malata, allora permettiamo anche un cartone al mattino e uno dopo la nanna.
Ma liberamente... Tanto sappiamo che poi chiuderà gli occhietti o si stancherà lei stessa di stare sul divano. Abbiamo figlie appassionate di cartoni ma credo, come tanti altri bimbi, dopo un po' la TV stanca e allora è tempo di fare altro. In generale, se si distraggono o si mettono a giocare, è il momento di cambiare e - semplicemente - facciamo altro, un gioco in sala o in stanzetta.
3. Fai in modo che le regole ai bambini siano corrette e rispettose di tutti in famiglia.
Se il tempo per la televisione è dalle 17:30 alle 18:30, evita di passare tutta la domenica pomeriggio davanti alla televisione... Sei grande ma non sei speciale! e non addurre a scuse vacue come il fatto che tanto i tuoi occhi alla tua età sono già rovinati... Invece lui deve preservarli perché poi a 40 anni bla bla bla...
Le regole devono aderire a te come a tuo figlio: non puoi imporre una regola ingiusta del tipo "quando la mamma cucina, fuori dalla cucina", perché tuo figlio magari vorrebbe aiutarti, condividere, passare del tempo con te, sentirsi utile, promuovere la sua autostima...
4.Non confondere le regole ai bambini con le routine.
Le routine sono delle sequenze di azioni da fare in occasioni precise. Si torna a casa e ci si lava le mani. Le routine sono da stabilire insieme ai tuoi figli e poi da ricordare, disegnare e appendere da qualche parte visibile.
Non sprecare l'energia di una regola per una routine. Ad esempio, una regola è "Parla a volume di voce normale" (sempre per ricercare l'opposto positivo e non nominare il negativo), una routine è quella prima della nanna. Una routine è azioni in successione, anche divertenti; una regola è una cosa da non fare... O meglio il suo opposto positivo da richiedere.
5.Sii coerente con le tue regole.
Se dai una regola mantienila a tutti i costi. Se esigi il "per favore" potresti anche arrivare a fingerti sordo fino a che tuo figlio non lo usa. È vivamente consigliabile in questo caso AVVISARE il bambino di ciò che farai prima che accada. "Amore, ho deciso che da oggi in avanti, se non usi il 'per favore' per chiedermi le cose io non ti risponderò e continuerò a fare quello che sto facendo". E poi, sarebbe corretto nei suoi confronti testare se ha capito e chiedere un suo feedback.
6.Fai che le regole ai bambini siano brevi.
Non sono ramanzine o paternali, sono regole che devono essere rispettate da tutti e perciò anche dai figli. Poche parole sono sempre meglio di troppe, con i figli e in generale.
Trasforma le tue regole in "opposto positivi" e il più condensate possibile. Spiega, ma non troppo. Per la regola della televisione non devi necessariamente spiegare la miopia, la percezione della tridimensionalità, la vita... Basterà dire che sennò si rovinano gli occhietti e che poi potrebbe diventare nervoso.

In coaching con Debora » Il Percorso individuale di Figli Felici, include 3 ore (suddivisibili), scambio email illimitato, compiti mentali da eseguire, la Formazione Online “Figli Felici” e vuole aiutare il/i genitore/i a relazionarsi meglio con i figli per guidarli a livello comportamentale, nella gestione ed esplorazione delle emozioni, nel relazionarsi in famiglia e fuori. Debora Conti è autrice, formatrice, Trainer di PNL a livello internazionale e Coach professionista. È dottoressa in lingue e in psicologia e ha conseguito diversi master. Ha scritto vari libri di crescita personale tra cui alcuni best seller. Ha ideato specifici metodi di auto-aiuto e ama divulgare in modo semplice e pratico solo ciò che trova utile.
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Françoise Dolto, Quando i genitori si separano, Oscar Mondadori, trad. S. Benvenuto
Piero Ferrucci, I bambini ci insegnano, Mondadori
Matteo Salvo, Studiare è un gioco da ragazzi, Gribaudo
Daniel J. Siegel, Tina Payne Bryson, La sfida della disciplina, Raffaello Cortina Editore, Trad. C. Marchetti
Giorgio Nardone, Emanuela Giannotti, Rita Rocchi, Modelli di famiglia, Ed. TEA.
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Janet Lansbury, No bad kids, JLML Press
Giovanni Floris, Ultimo banco, Solferino
Alvaro Bilbao, Il cervello del bambino spiegato ai genitori, Salani editore, trad. Elena Rolla
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Asha Phillips, I no che aiutano a crescere, Feltrinelli, trad. L. Cornalba
Anna Oliverio Ferraris, Sopravvivere con un adolescente in casa, Bur
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L’intento di questo libro è quello di aiutare i genitori nella gestione delle dinamiche familiari attraverso una serie di regole, consigli ed esercizi pratici, che trasformino «la vita domestica in una palestra dove allenare una squadra vincente».
L’autrice analizza il tema del rapporto tra i figli e genitori separati, suggerendo modalità comunicative e comportamentali per la gestione del delicato processo di separazione, che va affrontato nel rispetto del benessere dei bambini. Bambini che hanno diritto di essere informati, con le giuste parole, su ciò che accade e accadrà nella loro vita. L’autrice affronta tematiche quali la gestione dei figli, scuola e rapporti con i nuovi partner.
Piero Ferrucci è un padre e uno psicologo alle prese con una nuova realtà: due figli piccoli da crescere. Da quando ci sono Emilio e Jonathan, la sua vita è cambiata: pochi momenti per sé, tutti gli altri scanditi da pannolini da cambiare e favole da raccontare. In questo «continuo terremoto» che è diventata la sua nuova esistenza, osserva se stesso e si sente cambiato. I figli, infatti, ci cambiano. In meglio – sostiene l’autore – se saremo in grado di avvicinarci alla loro chiave di lettura del mondo e, attraverso loro, comprendere meglio la vita e noi stessi. Questo è un libro per dire ai genitori che il loro impegno «non è solo una fatica ma anche un’avventura spirituale».
L’intento dell’autore è quello di dare “il metodo” di studio allo studente e al genitore che legge questo libro. Non è questione di memoria o di capacità straordinarie, è solo questione di metodo ci dice e tutta la prima parte del libro è dedicata alla sua presentazione. La seconda parte del libro entra nel dettaglio dell’applicazione del metodo di studio e delle tecniche di memoriaper diversi temi: imparare un elenco, dei concetti, una lingua, un capitolo di una materia scolastica…
I due autori mostrano una via rispettosa all’educazione, distinguono la differenza tra punizioni e la disciplina, insegnano a connettersi prima di educare e di scoprire sempre il perché emotivo e un insegnamento che accompagni la correzione. Per tutto il libro il concetto di disciplina è spiegato e mostrato con molti esempi a fumetti, semplici ed esplicativi.
L’intento degli autori è quello di fornire uno strumento di conoscenza riguardo il sistema “famiglia” vista come un’organizzazione fondamentale per la nostra società. Fornendo la loro esperienza teorica e pratica attraverso la descrizione dei diversi modelli di famiglia, gli autori forniscono «strategie di soluzione semplici, chiare e soprattutto veloci».
L’autrice intende fornire spiegazioni sul valore dell’educazione nell’infanzia come base per la costruzione di una personalità sicura e di una buona autostima. Descrive e fornisce consigli su quali comportamenti e modi di rivolgersi ai bambini contribuiscano alla costruzione di una immagine di sé positiva.
L'intento di Janet Lansbury è quello di mettersi alla pari di altri genitori. Ex attrice e modella, ha sempre desiderato essere mamma e poi si è trovata totalmente spiazzata. Solo dopo essersi formata con Magda Gerber, ha capito che prima si dà amore, attenzione e cura al bambino e poi – solo poi – ci si potrà permettere di lasciarlo giocare tranquillamente da solo, e si potrà tirare finalmente un sospiro di sollievo.
L'intento dell'autore è di fornirci idee per uscire dalla crisi che il nostro Paese sta affrontando. Secondo Floris bisogna rimettere al centro gli insegnanti e responsabilizzare studenti e genitori.
L'intento dell'autore è quello di aiutare le persone a migliorare le loro vite, illustrare il percorso educativo dei bambini attraverso il funzionamento del cervello e offrire strumenti e strategie da applicare tutti i giorni per coltivare l'intelligenza emotiva, quella razionale, l'autocontrollo, la creatività, la memoria, l'empatia.
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L'autrice si chiede perchè sia così difficile dire no e porre dei limiti quando ci relazioniamo con i bambini. La difficoltà può essere legata al nostro vissuto, alla situazione del momento e a mille altri fattori che possono condizionarci. Attraverso episodi di vita vissuta, l'autrice vuole dimostrare che, in una prospettiva a lungo termine, quel "no" che tanto ci costa si rivela utile e di stimolo verso lo sviluppo delle capacità e potenzialità dei nostri bambini.
L’intento è quello di preparare i genitori all’adolescenza. L’autrice tocca tematiche importanti e difficili come la sessualità, l’uso di droghe, la percezione del corpo che cambia, l’accettazione e l’aggressività dei figli da interpretare nel modo giusto.
L’intento di questo libro è quello di aiutare i genitori nella gestione delle dinamiche familiari attraverso una serie di regole, consigli ed esercizi pratici, che trasformino «la vita domestica in una palestra dove allenare una squadra vincente».
Comments 2
Cara Debora,
buongiorno.
Mi sto acculturando con le tue rubriche ed il tuo libro, in quanto molto spesso mi sento in difficoltà. Preciso che la mia bambina è già grande, in quanto ha 8 anni, ma credo che non sia mai troppo tardi per imparare ad essere genitori efficaci.
Riguardo alla questione delle regole, non in questo articolo, ma in un altro sull’argomento, scrivi di rispettare i tempi dei bambini e le loro attività.
Il mio punto è questo: ritengo giusto aspettare che finiscano un’attività, anche se non sempre ci riesco. Nello specifico, non ci riesco mai, sistematicamente, quando l’attività è guardare un cartone oppure un qualsiasi programma per bambini in televisione. In questo caso, il mio intervento deve essere sempre deciso, del tipo che devo spegnere la televisione o chiedere con insistenza questo alla mia bambina, altrimenti lei non verrebbe mai a tavola per la cena, a prepararsi per andare a letto etc…etc..
Come sarebbe giusto agire in questi casi?
Sono sicura che è un errore intervenire in questo modo brusco, ma non so come fare. O meglio, a volte riesco ad essere convincente, altre volte proprio no. Inoltre, non è possibile stabilire degli orari per la televisione, in quanto la mia bambina torna a casa dopo la scuola e le varie attività intorno alle 19.00, per cui la prima cosa che fa quando si entra in casa è accendere la televisione…Io la capisco, capisco che vorrebbe rilassarsi, ma per noi è deleterio.
Insomma, come fare?
Grazie ed un saluto,
Rita
Author
Ciao Rita e grazie, sì, non è veramente mai troppo tardi e ti ringrazio della lettura di articoli e libro.
Hai provato a giocare d’anticipo: 10 minuti prima potresti dire “Ok, questo è l’ultimo cartone perché poi è l’ora di mangiare. Quando finisce questo e c’è la sigla spegni per favore e vieni a tavola a mettere le posate.”
Cosa ne pensi? Se poi senti che la sigla passa e non spegne agisci tu perché “Questo era l’accordo. Mi fa piacere se lo rispetti, la prossima volta sarò proprio contenta se spegnerai tu la TV a fine cartone quando te lo chiedo, grazie”.
Mi raccomando: tono fermo, discendente, volume normale. Non c’è astio, non c’è aggressione, c’è guida e indicazione.
Mi raccomando fra noi: fammi// facci sapere 🙂
Un abbraccio
Debora