In un altro articolo, ho dedicato alcune dritte e pensieri sul rapporto genitore-scuola. Voglio continuare per ciò che mi è successo l’altro giorno chiacchierando con una signora.
È proprio vero che a volte la generalizzazione, cioè il luogo comune “La scuola non è più quella di una volta…” non agevola nessuno.
La signora si lamentava che i bambini di oggi non conoscono le tabelline, che non sanno le cose che si sapevano (loro) una volta, che non sanno formulare un discorso. Io non so a quale scuola si riferisse… ma io penso proprio l’opposto. Sì, anche io ero forte con le tabelline ma per quanto riguarda relazionarsi, chiedere, formulare… insomma, nessuno mai mi aveva veramente insegnato a sviluppare un’ipotesi, ad avvalorarla o a scrivere una storia.
Le generalizzazioni possono fare molto male: parlare male della scuola e dei giovani di oggi è falso e dannoso.
Altro danno è quello di denigrare la scuola: «Ancora con queste guerre puniche?», «Tanto poi nella vita tutte queste cose non ti serviranno a niente».
Sì, forse le guerre puniche entrano ed escono immediatamente dal nostro cervello, ma servono a ricordare chi siamo e quante cavolate abbiamo fatto nel passato. Oggi hai i documentari storici su You Tube, hai tanti risorse in più di una volta: aiuta i tuoi figli con altro materiale integrativo. Non parlare male della scuola, delle materie, delle istituzioni… Limitati a far scattare un ragionamento: «Certo che sarebbe bello che a scuola si parlasse anche del ‘68, del Vietnam o di Obama. Vediamo se in terza media ci arriverai, altrimenti – non ti preoccupare – c’è sempre You Tube e tutta la storia a tua disposizione oggi in simpatici video.».

In coaching con Debora » Il Percorso individuale di Figli Felici, include 3 ore (suddivisibili), scambio email illimitato, compiti mentali da eseguire, la Formazione Online “Figli Felici” e vuole aiutare il/i genitore/i a relazionarsi meglio con i figli per guidarli a livello comportamentale, nella gestione ed esplorazione delle emozioni, nel relazionarsi in famiglia e fuori. Debora Conti è autrice, formatrice, Trainer di PNL a livello internazionale e Coach professionista. È dottoressa in lingue e in psicologia e ha conseguito diversi master. Ha scritto vari libri di crescita personale tra cui alcuni best seller. Ha ideato specifici metodi di auto-aiuto e ama divulgare in modo semplice e pratico solo ciò che trova utile.
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Paola Santagostino, Come crescere un bambino sicuro di sé, Edizioni Red
Giuliana Ukmar, Se mi vuoi bene dimmi di no, Franco Angeli
Asha Phillips, I no che aiutano a crescere, Feltrinelli, trad. L. Cornalba
Paolo Crepet, Non siamo capaci di ascoltarli, Einaudi
Mel Levine, A modo loro, Mondadori, trad. A. Baldo
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Janet Lansbury, No bad kids, JLML Press
Debora Conti, Il linguaggio emotivo dei bambini, Sperling e Kupfer
Alessio Roberti, Le parole per crescere tuo figlio, Macro edizioni
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Janet Lansbury, No bad kids, JLML Press
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Eva Millet, Felici e imperfetti – Come smettere di fare gli ipergenitori, Longanesi, C. Marseguerra
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L’autore presenta il suo metodo e cura l’aspetto scientifico di ciò che propone ai genitori. Insiste sull’illogicità di certe punizioni e propone semplici metodi pratici per promuovere la giusta condotta. Perché, dice, partendo dalla giusta condotta i rapporti si risanano e gli equilibri in famiglia ritornano.
L’autrice intende fornire spiegazioni sul valore dell’educazione nell’infanzia come base per la costruzione di una personalità sicura e di una buona autostima. Descrive e fornisce consigli su quali comportamenti e modi di rivolgersi ai bambini contribuiscano alla costruzione di una immagine di sé positiva.
L’autrice vuole aiutare e guidare i genitori (e quanti si occupano di educazione dei bambini) a vivere al meglio il loro ruolo e a riappropriarsi con impegno del loro valore educativo per la crescita armoniosa dei figli.
L'autrice si chiede perchè sia così difficile dire no e porre dei limiti quando ci relazioniamo con i bambini. La difficoltà può essere legata al nostro vissuto, alla situazione del momento e a mille altri fattori che possono condizionarci. Attraverso episodi di vita vissuta, l'autrice vuole dimostrare che, in una prospettiva a lungo termine, quel "no" che tanto ci costa si rivela utile e di stimolo verso lo sviluppo delle capacità e potenzialità dei nostri bambini.
L’autore intende offrire una serie di riflessioni sull’infanzia e sull’adolescenza basate su osservazioni sul campo e interviste a ragazzi, genitori e insegnanti. Vengono analizzate le criticità dei ruoli della famiglia e della scuola e le esigenze di autorevolezza e coerenza nella relazione educativa.
L'intento dell'autore è quello di guidare insegnanti e genitori a conoscere e valorizzare le unicità dei bambini. Ognuno ha sviluppato certe abilità meglio di altre ed è di fondamentale importanza saper individuare le aree di forza e incidere sulle carenze.
L’intento è quello di aiutare i genitori a gestire i capricci dei propri figli: per esempio, come convincerli a riordinare la cameretta, come fargli lavare i denti e la mani senza troppe storie, come farli preparare la mattina senza ricatti, e tanto altro.
L'intento di Janet Lansbury è quello di mettersi alla pari di altri genitori. Ex attrice e modella, ha sempre desiderato essere mamma e poi si è trovata totalmente spiazzata. Solo dopo essersi formata con Magda Gerber, ha capito che prima si dà amore, attenzione e cura al bambino e poi – solo poi – ci si potrà permettere di lasciarlo giocare tranquillamente da solo, e si potrà tirare finalmente un sospiro di sollievo.
L’autrice pone a latere il suo know-how di Life Coach e confessa che, da madre, si sia trovata agli inizi impreparata, ecco perché ha approfondito gli studi con la Positive Discipline e lo Yale Parenting Method. In questo libro vuole aiutare i neo-genitori da 0 a 5 anni ad affrontare i grandi cambiamenti che un bambino porta con sé: aiutarli a conoscere e a gestire le sue emozioni, capire e comprendere perché il suo cervello è così diverso da quello degli adulti e adeguare comportamenti e parole di conseguenza.
A detta di Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta, che ne scrive la prefazione, questo libro è stato scritto «nell’intento di illustrare alcuni percorsi affettivi ed educativi del rapporto quotidiano tra genitori e figli, indaga tutti i canali della prassi comunicativa - verbale, non verbale e paraverbale - a dimostrazione del fatto che non solo sulle parole, ma anche sul sorriso, sulla postura, sullo sguardo, sui gesti, sul tono della voce si deve e si può lavorare per la riuscita di un’educazione sentimentale consapevole e radicante».
L’intento dell’autore e dei suoi colleghi di Harvard è quello di «sperimentare forme di insegnamento e di valutazione più individualizzate» attraverso lo studio dell’applicazione della teoria delle intelligenze multiple sulla didattica, sull’apprendimento e sul rendimento scolastico.
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L'intento dell'autrice è quello di metterci in guardia dall'ipergenitorialità, un modello nato con i millennials americani e che si sta diffondendo anche in Europa generando ragazzi insicuri, ansiosi, dipendenti e impazienti. Nella prima parte del libro l'autrice ci parla dall'ipergenitorialità, mentre nella seconda parte si dedica all'undergenitorialità.