PERCHÉ MIO FIGLIO NON ASCOLTA QUANDO PARLO? 9 RAGIONI VALIDE » Quante volte te lo sei chiesto: "Perché mio figlio non ascolta?" Ecco 9 ragioni valide per cui non lo fa.

Perché mio FIGLIO NON ASCOLTA quando parlo? 9 RAGIONI VALIDE

Quante volte te lo sei chiesto: "Perché mio figlio non ascolta?" Ecco 9 ragioni valide per cui non lo fa.


I nostri figli sono fantastici: hanno la piena capacità di isolarsi e di "abbassare" il volume degli altri che parlano...

Sono particolari e meravigliosi: noi genitori dobbiamo rallentare con loro, ma dobbiamo scattare quando loro chiamano; non hanno il senso del tempo che scorre e vogliono tutto e subito.

E noi? Come possiamo ottenere qualcosa da loro? Come possiamo farci ascoltare? E soprattutto: per quale motivo TUO figlio non ti ascolta quando parli?

Ho individuato 9 motivi validi per cui un figlio non ascolta, vediamoli insieme:


1CHIEDI NEL MODO SBAGLIATO?
Esiste un modo ben preciso di chiedere le cose e lo spiego bene nel metodo Figli Felici in tutte le sue forme (corso, formazione online o libro). Per esempio, chiedere di fare qualcosa deve essere espresso in positivo e non come una domanda. Tu come fai? Deve essere educato e rispettoso, tu lo fai sempre?


2USI IL TONO SBAGLIATO?
Urli? Attacchi verbalmente? Oppure, semplicemente, chiedi dall'altra stanza, sperando che ti ascolti? Be', io questa ogni tanto la faccio. Sono lì che pulisco i fagiolini e pretendo che mia figlia mi ascolti e che faccia pure quello che le chiedo... Sono una mamma esagerata! 🙂


3LO RIPETI TROPPE VOLTE?
Ci sono quei genitori che partono a ripetere la stessa cosa al figlio, fino a che non gli urlano la stessa frase nell'orecchio e si aspettano che finalmente il figlio senta e faccia. Difficile... Una delle regole che ho imparato nella mia formazione a distanza con lo Yale Parenting Center è che si deve chiedere una volta sola, al massimo due. Ecco perché il modo in cui viene espressa la richiesta è fondamentale. Ecco perché avvicinarsi a loro e mettersi alla loro altezza fa la differenza.


4È IMMERSO NELLE SUE COSE?
Capita. Sta giocando, leggendo, disegnando... o - classico - guardando un cartone. E non ti ascolta. Il suo orecchio è super selettivo e non ti sente proprio, non è che non vuole fare le cose, non ti sente. L'unica è aspettare che finisca il disegno. Altrimenti potresti avvicinarti, attirare la sua attenzione con rispetto ed educazione, e POI parlare.


5NON SE LO ASPETTA?
Non è che non ti sente, è che non se lo aspetta. Ci sono cose che possono benissimo essere inserite nella routine quotidiana. Per esempio, se lavarsi le mani dopo aver fatto la pipì è una cosa che vuoi insegnargli, inseriscila nella routine quotidiana. All'inizio sarà forse una bella novità, poi non vorrà farla perché è già noiosa... è lì che devi insistere, con calma e costanza (da mamma zen e papà yogi) per far diventare un'azione parte della routine.


6GLI STAI TROPPO ADDOSSO?
Forse non te ne accorgi neanche ma a volte capita di stargli troppo addosso. Prova ad osservarti per una settimana e, se è il caso, lasciagli un po’ di autonomia. Fai che ci pensi lui o lei. Potresti semplicemente CONSTATARE che c'è una cosa da fare: "Il bicchiere va messo sul tavolo, lì rischia di rovesciarsi" - l'ho imparato da Adele Faber e Elaine Mazlish, ti consiglio il loro libro "Come parlare perché i bambini ascoltino...". Constatare una cosa è imparziale, è così e basta. Non è la mamma a stargli addosso, è un fatto. Provaci, è geniale!


7VAI TROPPO VELOCE?
A me capita. Sono una che già andava veloce prima di avere figli, ora che ne ho due, devo necessariamente andare veloce quando loro non ci sono, per fare (quasi) tutto quello che voglio fare. E così, poi, quando mi ritrovo con loro, a volte, mi parte lo schizzo di fare le cose alla "mia" velocità. Le perdo. Devo rallentare. Rallenta quando sei con loro e quando chiedi le cose a loro: ne guadagneranno in destrezza e autonomia. Me lo ricordi la prossima volta anche a me? 😛


8GLI CHIEDI TROPPE COSE INSIEME?
Capita. Forse il compito che gli dai è troppo grande, generalizzato, poco specifico... Non sanno da dove partire, non sanno come fare. Spezzetta, "take it down" dice Alain Kazdin, il professore di Yale da cui ho imparato il metodo KPMT e che condivido in Figli Felici in tutte le sue forme, tra corso dal vivo, formazione online, libro e blog.


9CAPISCE CHE SE NON LO FA C'È DIFFERENZA?
Gli dai qualcosa in cambio? Un complimento, un sano e semplice rinforzo positivo fatto di un "Gimme Five" basterebbe. Lo fai? E se non fa la cosa richiesta, capisce che sbaglia... o tanto lo fa la mamma!?! Un figlio non ascolta per precisi motivi, osservati e correggi seguendo queste precise indicazioni: è un grande passo avanti. Io farò lo stesso.





In coaching con Debora, autrice, formatrice, Trainer di PNL e Coach dal 2006 in Italia.

In coaching con Debora » Il Percorso individuale di Figli Felici, include 3 ore (suddivisibili), scambio email illimitato, compiti mentali da eseguire, la Formazione Online “Figli Felici” e vuole aiutare il/i genitore/i a relazionarsi meglio con i figli per guidarli a livello comportamentale, nella gestione ed esplorazione delle emozioni, nel relazionarsi in famiglia e fuori. Debora Conti è autrice, formatrice, Trainer di PNL a livello internazionale e Coach professionista. È dottoressa in lingue e in psicologia e ha conseguito diversi master. Ha scritto vari libri di crescita personale tra cui alcuni best seller. Ha ideato specifici metodi di auto-aiuto e ama divulgare in modo semplice e pratico solo ciò che trova utile.





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Comments 37

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      Ale, devo veramente risponderti? Se “give me five” non diventa “gimme five”, allora “got it” non diventa “gotcha”, allora “through” non diventa “thru”, allora “four” non diventa “4”… Please, restiamo sui contenuti 🙂

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      Caro Roberto, assolutamente sì 🙂 Pensa a quei colleghi che urlano, parlano di “nulla” o di tutto che è importante e urgente… Anche per noi adulti valgono 🙂

  1. Salve …ho un figlio di 8 anni e Quando lo rimprovero , gli chiedo il perché del suo comportamento…!!! Lui non sa rispondermi e comincia a piagnucolare e dopo due minuti come fosse successo niente …!! Dopo qualche ora chiedo se si ricorda cosa gli avevo chiesto e lui ?? Il vuoto più totale … Nemmeno si ricorda che gli avevo detto …!!! E ricomincia a piagnucolare …. Che devo fare ?? Sembra che non si ricordi nulla che non mi ascolti .. Che non sappia esprimersi… !! Grazie

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      Non credo che sappiano rispondere ai perché emozionali, anche a 8 anni è presto per chiedere perché. Neanche noi adulti sappiamo perché facciamo certe cose a volte, pensa a scatti di ira, gelosia, nostri “capricci”. Scoppi di emozioni, parti limbiche che prendono improvvisamente il sopravvento? Credo di sì e chiedergli il perché non ti porterà a nulla. Tu lo sai il perché.

      Piuttosto sottolinea i comportamenti opposti e positivi, quelli che io nell’audio tratto diffusamente sia per i complimenti sia per promuovere i comportamenti positivi. Abbraccialo se è sconvolto e fagli sapere che sei lì e che gli vuoi bene anche se fa cavolate grosse come una casa. Tanto è così e lui ha bisogno di saperlo.

      Buona educazione,
      Debora

  2. Mia figlia non mi ascolta mai ne me ne altre persone e non sa dirmi nemmeno cosa le dico e pure fino a 5anni ascoltava e ha 6 non piu e facontinuamente cose sbagliate che continuo a ripetere che non si fa ma non vuole ascoltare e questo lo fa a scuola

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      Ciao Anto,
      non credo che non ti ascolti mai, credo che stia crescendo… in fretta. E oggi è così. Sarebbe utile sapere se gli adulti che la circondano la responsabilizzano, la trattano più da “grande”, le parlano per la sua età, non gridano (quasi mai). E in classe, come sono i suoi compagni? Lei per caso ripete frasi aggressive da scuola?
      a me capita che a volte la mia di 5 anni torna a casa dicendo che mi butta in pattumiera. Cosa che noi non diciamo di certo! E allora deduco che la prende dai suoi compagni a scuola. Le faccio capire che non è una cosa da dire e poi la coinvolgo in altro. Come genitore sai che se le stai vicino seguirà te e non gli altri. Almeno fino all’adolescenza, eheh!

  3. Mi sento totalmente incapace di fare la mamma. Cerco di capire come è meglio comportarsi, leggo consigli e chiedo opinioni ma poi mi capita che cedo e tutto quello che cerco di mettere su va perso. Perché alzo la voce e lui si spaventa ma non ottengo alcun risultato. Mio figlio ha 4 anni. Sono ancora in tempo per diventare una mamma migliore?

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      Ciao Rita, te ne preoccupi e te ne accorgi. Ti sembra che una “cattiva mamma” sia attenta come lo sei tu? Urli… Tutti urlano prima o poi. La sfida è urlare il meno possibile, trovare alternative e migliorare la propria gestione emotiva. Scoppiare è fisiologico. Cosa fai per sfogarti? Ti muovi? C’è chi medita, chi esce, chi legge un romanzo… Ho dedicato un articolo a questo. C’è il sito di Indipendenza Emotiva che può interessarti.

      E poi: anticipa. Cosa avresti potuto fare AL POSTO DI urlare? Cosa potrai quindi fare le prossime volte? Vedi e cambia nella mente, poi sarà più facile cambiare nella realtà.

      Forza Rita, sii serena che c’è sempre il tuo amore, oltre le grida. Buon lavoro con te stessa e per lui.

  4. Ciao Debora, mi aggrego anche io…io non so più cosa fare coi miei figli di quasi 6 anni…li preparo ppsicologicamente per tempo che il tempo del gioco sta per finire e poi si deve riordinare…è quando è ora di farlo…è un’agonia! Li guardo negli occhi, gli ripeto cosa devono fare e questi vanno al rallentatore…si rimettono a giocare…non vengo proprio presa in considerazione…e tutta la mia buona volontà di stare calma e serena vengono spazzate via da un turbinio di rabbio, impotenza, frustrazione! inizo ad aurlare, a miancciarli che butto via tutto quello che non è in ordine…parte qualche sculacciata! Questo per dirne una. E’ un continuo ripetere sempre la stessa cosa…mi sembra di avere a che fare con bambini della prima dell’asilo…continuo a ripetere le stesse cose (ci si ascuiga quando si va in bagno, si lavano le mani col sapone, i denti si lavano davanti al lavandino e si sta fermi, si rimettono in ordine i giochi quando hai finito di usarli…) ma è tempo perso 🙁 ….non riesco a farmi ascoltare e rispettare e a volte quando mi arrabbio si mettono anche a ridere…mi sento esausta e sconfitta e non mi giudico una brava mamma…anzi! sento che non sono tagliata per fare la mamma :-((….non so veramente più cosa fare..

  5. Carissima Roberta, per quando devono mettere a posto, non devi restare lì a controllare, dai loro fiducia e poi ricordati di lodare. Anziché minacciare privazioni, cosa che viene benissimo a tutti noi, cambia la frittata in positivo: dai, mettete tutto in ordine che poi facciamo/guardiamo/mangiamo… quindi un + e un +.
    Per la messa a letto, prova a lasciarli da soli a fare delle piccole cosine, hanno 6 anni e dovrebbero farlo da soli comunque, tra bidé e dentini. Poi controlli, annusi le manine se sanno di sapone e la bocca se sa di dentrificio, giocando con loro, e poi li elogi e dici che sono stati bravissimi. Ci vuole anche tono fermo ma parole dolci da parte tua.

  6. Ciao Debora,sono la mamma di una bimba di 4 anni . Volevo sapere come posso fare perché mia figlia sia più collaborativa ,lei si impegna nel fare le cose ma non ascolta e avvolte gli fa in modo sbagliato ,oppure se si fissa che non deve farlo non lo fa e basta qualsiasi cosa che io li dica . Come tipo aprire la bocca perché la dottoressa ti visiti ,oppure a scuola quando gli dicono le maestre di cambiare gioco lei non collabora oppure in una nuova attività non ascolta e quindi deve rifare le cose.

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      Ciao Oxana, tu le parli in positivo? Che tono usi? Quanto chiedi le cose? A che altezza ti poni? Sai che tua foglia può essere vivace, creativa, esuberante… ma alla fine è nostra responsabilità/dovere e capacità essere i loro leader e coach: tolleranti o fermi dipende dalla situazione.

      E per aprire la bocca dalla dottoressa magari aveva solo paura, lì bisognerebbe lavorare quando è tranquilla, sul momento diventa difficile, al limite dello scontro… Il dogma della Positive Discipline, “connection before correction” qui ti torna utile per decidere quando aiutarla a gestire paura e a correggere il suo comportamento.

      Per il resto, tra strumenti e esempi, ti consiglio l’audio corso, dove troverai anche le Domande Utili Curiose che sono certa ti saranno utili per attirare la sua attenzione: https://www.deboraconti.com/shop/audio-corso-figli-felici-audio-ebook-debora-conti/

      Ciao
      Debora

  7. Buongiorno Debora, sono la mamma di due bambini un maschio di 11 anni ,una femmina di 4 e un’altro maschietto in arrivo a breve. Ho un grande problema di comunicazione con il più grande, qualsiasi cosa io gli dico lui o mi dice no o dice si ma non la fa, tra l’altro a lui piace molto giocare al pc ma vorrebbe starci troppo tempo e siamo sempre in lotta per questo motivo, quando ha atteggiamenti sbagliati lo punisco levandogli questo suo passa tempo ma senza alcun miglioramento. Quando non è al pc cerca sempre lo scontro con me o con sua sorella anche a scuola il suo comportamento gli crea qualche problema da sempre mentre i suoi voti sono buoni perché è un bambino che percepisce in fretta ma non sa controllarsi come devo fare per aiutarlo?

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      Carissima Marisol,
      congratulazioni intanto per il terzo pargoletto in arrivo!
      Per tuo figlio di 11 anni hai provato a chiedergli soluzioni piuttosto che imporre? E’ grande per boni ragionamenti e riesce a capire le tue preoccupazioni sincere se riesci ad esporle.
      Hai anche provato a dargli cose da fare con il PC? Tipo guardare qualcosa su You Tube che gli interessa per la scuola? Lo coinvolgi nelle cose di casa? Alla sua età è in grado di sparecchiare e di fare compiti che può mettere in pratica. Non per punizione, per collaborazione. E poi potrà ricercare qualcosa sul pc o giocare.

      E tu ti avvicini ai suoi giochi? Cosa fa? Puoi essere coinvolta? Ti piacerebbe? Gli piacerebbe? Magari aspetta ti ottenere la tua attenzione… senza scontri?

      Prendilo prima dell’adolescenza, fallo ora che sei in attesa: chiedi, coinvolgi, chiedi soluzioni a lui, spiega il tuo punto di vista…

      Buon lavoro con tutti e tre,
      Debora

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  8. Complimenti a tutti coloro di buona volontà che SI PONGONO ALMENO IL PROBLEMA di come essere buoni genitori. I miei “genitori” mi hanno distrutto la vita. Due imbecilli ridicoli ossessionati dall’opinione altrui, sempre a fare buon viso alle cretinate di tutti e sempre in cagnesco tra di loro e con me. Mi sono sempre sentito ingombrante, enorme e sbagliato. Come si fa a dire abitualmente a un figlio piccolo “mannaggia la Mad… che ti fa campare”? Perché sgridarlo per un’ora se a 2 o 3 anni ha sporcato il letto vomitando? Come si fa dopo aver vissuto tutto questo e tanto altro ad andare allo sbaraglio in mezzo alla gente, senza esserne terrorizzati?
    Per chiunque abbia un minimo di integrità emotiva la genitorialità è qualcosa di bellissimo, poetico… Loro l’hanno insozzata e oltraggiata. Io vedo i bambini come dei maestri e ho per loro una venerazione. Provo gratitudine se mi concedono un po’ del loro tempo e mi pare che siano gli unici a capirmi veramente, mentre gli adulti si mostrano per lo più confusi e diffidenti nei miei confronti.
    Vorrei che si abolisse il verbo nascere. Io non sono nato. Qualcuno mi ha fatto e vorrei che non fosse mai successo.

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      Accidenti “Questo”, la tua storia è molto brutta e triste. Mi spiace che tu l’abbia dovuta vivere. Leggo tra le tue parole però, oltre che una rabbia giustificata, la consapevolezza della bellezza e vulnerabilità dell’infanzia. Se sei o sarai genitore sono certa che hai già imparato dentro di te la lezione: hai ben chiaro cosa non fare.

      Sai, si dice spesso che si può imparare dagli altri per ciò che fanno bene, vero. Ma si può imparare anche dagli altri per ciò che noi non faremmo mai, che riteniamo sbagliato e da lì costruirsi una propria identità, più attenta, sensibile… giusta.

      Ti auguro il resto di una vita generosa e di rinascere, veramente, quando sceglierai tu,
      Debora

  9. Ho un figlio di 10 anni che dicè le parolacci non mi ascolta dic’è che mi ne frega. Dice voglio vederti morta…io sono madre vedova da 2 anni..non so se faccio giusto magari li tolgo una cosa per punizzione per 3 ore ..poi lui fa bravo e li do..e poi domani lui ancora non fa bravo..scusa Debora mi puoi dire come mi devo comportare. .perché io lui sto crescendo da sola ..grazie

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      Carissima Nadia,
      mi spiace per la situazione che stai vivendo. Le punizioni come quelle che effettui tu sono provate non efficaci a lungo termine, funzionano una volta ogni tanto, eccezionalmente, tipo per eventi di violenza su fratelli o mamma. Ti consiglio di parlargli in momenti di tranquillità, spiegargli il tuo punto di vista, il tuo stato emotivo, senza ramanzine però, senza tono di voce di chi ne sa di più, mettetevi allo stesso livello, è una persona in lutto come te. è una persona che cresce e ha bisogno di una madre che lo sostenga: modera il volume della voce se p il caso, attenta alle parole che dici, non minacciare e sii dolce con lui benché ferma (fermissima) sul rispetto e l’educazione. Se ti è utile, potresti immaginarti come un mentore, una persona saggia ma emotivamente distaccata: come lo aiuterebbe? Come lo supporterebbe? Come gli parlerebbe? Come lo accoglierebbe?
      Ciao cara Nadia e se vuoi fammi sapere,
      Debora

  10. Ciao Debora , so che il post e’ vecchio ma provo comunque a chiedere un consiglio perché sono disperata .. sono una mamma di un bambino di quasi 6 anni e uno di tre.. premetto che lavoro ma cerco di essere presente in tutto ..ma il grande ha un carattere testardo e duro.. cerco di parlare ..spiegare .. mi trattengo e non urlo mai.. sempre con le buone.. e quando combina qualcosa di sbagliato do qualche punizione ( tipo non usare L iPad per due gg ..) che funziona per un po’ .. conclusione .. il bambino ascolta solo me. Non ascolta le maestre, i nonni , L allenatore di piscina .. fa quello che vuole e di testa sua.. non posso mandarlo da nessuna parte ( dai nonni per esempio quando sono a lavoro )che si scatena non ubbidisce a nulla! alle feste, dai compagnetti.. quando vado a prenderlo solo rimproveri e figuracce .. sono al limite.. perché a volte per evitare problemi non lo mando da nessuna parte .. ma se sono costretta, ritorno frustrata e demoralizzata. Cosa sbaglio? Non mi va neanche di dire a casa con me e’ diverso.. perché non ci crede nessuno e non voglio apparire per la madre che non accetta le critiche verso il bambino .. aiutami..

  11. Ho dimenticato di aggiungere che il papà e’ spesso fuori per lavoro e torna il venerdì . Quando ritorna giocano , trascorrono tempo divertente insieme .. ma finito il gioco è finita lì.. non ascolta neanche lui.. devo subentrare sempre io, se non ci sono io e’ il caos .. a sto punto credo che il problema sono io..

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      Ciao Gemma, non so. Ma credi di essere troppo tollerante? O forse sei una delle rare mamme che hanno capacità di gestione tipo da santa? Giuro che non sto scherzando. Forse le sue esuberanze per te sono normali e forse per altri sono troppo. Comunque, alle volte, puoi essere dolce ma ferma sui tuoi no. Togliere un gioco che non ha nulla di correlato con il “malfatto” non aiuta la punizione/educazione, quindi non so quanto alla fine durerà. Io ti consiglio di parlargli, è “grande” abbastanza. Fallo in un momento speciale, quando siete transuilli sul divano o nel letto, quando ti può ascoltare, quando fate un lego insieme… Chiedigli secondo lui come mai le maestre o i nonni o alle feste si lamentano, chiedigli se lui crede di fare diversamente dagli altri bambini… E poi digli che tu con lui ti trovi bene, che ti piacerebbe che alche gli altri grandi fossero contenti di passare del tempo con lui. E poi gli fai delle belle domande costruittive, secondo lui quindi cosa potrebbe fare lui per giocare con loro in armonia, e se la nonna dice di no a qualcosa, come potrebbe obbedire lui… cose così. COINVOLGILO. Alla sua piccola ma grande età, un po’ di responsabilità piace eccome! Fammi sapere e ne sarò lieta

  12. Sono mamma di una bambina di 4 anni. E’ una bimba molto attiva, vivace ed esuberante. Ha iniziato la scuola a tempo pieno da poco ed è sempre stata con me tutto il giorno non lavorando io, ad eccezione di qualche ora la settimana con la baby sitter e di un giorno alla settimana al kindergarden. Il papà lavora ed a volte viaggia quindi è poco presente. A volte ascolta ed a volte no. L’episodio triste di questi giorni è stato questo: ha detto che il papà le vuole più bene di me perchè io a volte la sgrido. Puoi immaginare il mio dolore? io che ogni giorno le dico quanto le voglio bene, io che cerco di urlare il meno possibile quando le spiego il rispetto delle regole, io che mi abbasso sempre in ginocchio per parlarle guardandola negli occhi. Lei cerca sempre me quando entrambi siamo presenti e succede qualcosa che la turba. Lei cerca sempre me per addormentarsi la sera. E’ molto attaccata a me. Quando le spiego di rispettare le regole o di non fare una cosa che ha fatto le dico che quella cosa mi fa arrabbiare e mi rende triste, e le dico che se lei si comporta bene io sono sempre felice e tutto è più bello per entrambe. Dico bene o sbaglio?

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      Carissima Marzia, ci credo e ti capisco in pieno. In fondo al tuo cuore lo sai che lo dice solo perché non sa come tradurre queste “sgridate”, non sa come giustificarle e non sa come indagare con te la cosa. Sei tu più presente, sei tu quella che cerca nel momento di bisogno emotivo. Tuttavia, capisco in pieno il tuo dolore se senti una frase così.

      Ti suggerisco di parlarle quando è tranquilla, un paio di concetti: 1. che il tuo amore è sempre presente, qualsiasi cosa lei faccia e anche se ti capita di riprenderla. 2. di farle ben capire che tu sgridi un suo comportamento e non lei. Dividi bene nella sua mente la bambina sempre amata da mamma e papà dai suoi comportamenti e spiegale che, anche se tu la riprendi a volte, lo fai perché fa qualcosa che non va tanto bene non perché non e’ una personcina meravigliosa e perfetta in sé.

      Inventati tu le storielle di contorno eventuali e usa – sempre e comunque – un tono da favola mentre glielo spieghi in tranquillità di un momento insieme.

      E’ giusto che tu le faccia sapere come ti senti, sempre con voce dolce e ferma allo stesso tempo: ferma nel tono, dolce nell’atteggiamento (se possibile). Altrimenti, evita di cadere nell’errore in cui tutti noi cadiamo ogni tanto, quello di parlare troppo e di far partire un disco infinito.

      Fammi sapere come va,
      Debora

  13. Ciao Debora,
    volevo dirti che ho ascoltato il tuo consiglio nello spiegare a mia figlia che le voglio bene sempre anche quando la sgrido. E lei ha capito questo concetto.
    Ti devo però chiedere un altro consiglio proprio sul fatto che i suoi capricci sono davvero tanti e di conseguenza le mie sgridate.
    Il punto è che mi trovo davvero in difficoltà a volte nel farle rispettare semplici regole tipo:
    rispettare il proprio turno ai giochi al parco, giocare insieme ad altri bambini (lei passa da comportamenti affettuosi con chi le piace a comportamenti aggressivi con chi non le piace), stare seduta durante un pasto, non chiedere la TV in orario non condiviso. Cosa succede quindi? ogni volta le spiego con voce calma, abbassandomi alla sua altezza,… ma lei non ascolta!
    Cerco di evitare situazioni che so già la potrebbero agitare ma è davvero tremenda.
    Cosa potrei fare di diverso?

    grazie,
    Marzia

    1. Ciao Marzia, chiaramente più che risposte pronte ho domande per te e per pensare dove potresti fare la differenza. Se già le parli a tono basso e ti avvicini a lei è ottima cosa… Per il resto cosa fai: tendi a fare domande o a dire con dolcezza ma intento fermo cosa è giusto fare in quel momento? Le lasci la scelta anche quando non dovrebbe averla? Mi capisci? Ti ritrovi a parlare troppo, a sgridare troppo, potresti tacere a volte e ignorare certi comportamenti inadeguati ma magari in ambiente casalingo? La regola è semplice: ciò che sottolineo rafforzo, anche i capricci. Se poi cedo alle richieste mi mostro non coerente con la mia prima richiesta. Non so cosa fai o non fai tu già, sto andando un po’ a caso. Spero con queste tre osservazioni di averti dato almeno un suggerimento da provare 🙂

  14. Ciao, sono una ragazza madre di una bimba di 5anni. E’ fondamentalmente buona e mi ascolta abbastanza. Il problema è che ultimamente mena agli altri bimbi. Lunedì mia madre l’ha portata a danza e ha preso per il collo (miodio!) una sua amichetta. La maestra si è accorta e l’ha messa in punizione, quindi quando mi ha raccontato l’accaduto io le ho solo fatto la ramanzina ribadendole che queste cose non si fanno, che se ha qualche problema con le altre deve dirlo alla maestra ecc ecc. Il giorno dopo lo fa un’altra volta all’asilo…lì mi sono arrabbiata molto e le ho dato il primo schiaffo. Purtroppo il padre era un violento e il fatto che lei lo faccia mi fa rabbrividire ed ho reagito d’istinto…purtroppo…e l’ho messa in punizione: non le faccio vedere le amiche al di fuori della scuola e non le faccio nessun regalino (a volte le compro le fugurine, lo slime ecc) ma mi chiedo, quale punizione potrebbe essere più valida? Grazie in anticipo

    1. Post
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      Cara Simona, sì, a 5 anni potrebbe già abbandonare qualche tendenza violenta. A volte sono bambini più esuberanti, energici, “fisici” diciamo. Se lo fanno i maschietti quasi quasi è più tollerato «giocano…», alcuni dicono. Se lei possa avere nella memoria reazioni del papà non lo sapremo… Ma anche se fosse, è importante come tu le presenti le cose OGGI: parlale quando siete entrambe tranquille, quanto fate una coccola, quando mangiate o parlate tranquille davanti a un puzzle… Dille che non si fa e CHIEDILE cosa è più corretto fare, come vorrebbe comportarsi, cosa avrebbe potuto fare…? Coinvolgila e parlale quando siete tranquille. Nei momenti dei fattacci invece, allontanala dalla persona che subisce, dille che non si fa ma se usi “violenza” per far capire che la violenza non si usa, perdi di coerenza ed è un peccato. Contienila, anche solo con distanza e parole in quei momenti e poi parlale affettuosamente e coinvolgila quando siete tranquille.
      ciao
      Debora

  15. ciao
    sono una mamma di due bimbi, uno di 1 e l’altro di 4 anni e mezzo…volevo parlarti del grande. Io e mio marito ( papà molto presente e bravo) non sappiamo più come prenderlo, non ci ascolta, si lamenta di tutto, mangiare, vestirsi, lavarsi per ogni cosa (nel momento no) è un dramma, pianti frigni e tanti no!.in più vuole sempre avere l’ultima parola, e motiva i suoi no come un grande (Lui ha iniziato a parlare presto e adesso ha uno parlato molto variopinto è grande per la sua età)..a scuola va volentieri ed è bravo, quando è a casa dei compagni le mamme mi fanno i complimenti perché rispettoso..( e questo mi fa piacere)
    Siamo stati molto vicini a lui io e il papà perché purtroppo ha
    mesi gli è venuta la leucemia quindi ( un’anno in ospedale solo a farlo ridere giocare e imparare )..poi il primo anno di asilo nei piccolissimi una tragedia non voleva andare(l’abbiamo fatto andare perché era pronto parlava era spannolinato e senza ciuccio) lui aveva il bisogno del contatto con l’esterno essendo sempre stato isolato…aveva paura di tutti …ha paura delle cose nuove anche adesso( ma poi si abitua e le fa volentieri)..dal secondo anno di asilo tutto diverso..ci va volentieri e si è fatto tanti amici…Poi è nato il fratello e questo credo sia uno dei motivi del suo cambiamento anche se gioca con lui ( anche se di carattere lui è un bastian contrario da sempre)…Labbiamo sempre abituata a parlargli tanto a spiegargli tutto quello che avveniva nella sua vita ma anche nel descrivergli le cose…lui vuole sapere tutto è un spugna e deve sapere il programma del giorno dopo…mi scuso se mi sono divulgata ma volevo fare il quadro generale…Lui passa dall’essere stupendo a non ascoltare andare via di testa letteralmente…passata l’ora ritorna docile e bravo…abbiamo provato di tutto…dalla calma al parlare…spiegare e spiegare…poi siamo passati alla voce alta…alla punizione …togliere giocattoli…tv..non sappiamo più cosa fare…Forse pretendiamo troppo perché lo vediamo sveglio ( rispetto ad altri suoi coetanei)..delle volte ci dice che vuole cambiare casa..( Abbiamo fatto tutto per lui , lui è stato il nostro eroe)…spero in un suo consiglio grazie

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      Ciao cara Tamara, insieme alle motivazioni sarebbe interessante sapere se diventa “frizzante” in orari particolari, dopo eventi particolari, se subentra la stanchezza, sua, vostra… Come rispondete? Date attenzione a comportamenti non utili? cosa succederebbe se sorvolaste su certe risposte o atteggiamenti fastidiosi ma innocenti? Forse è la nascita del fratello, forse le pretese sono alte perché è sveglio e il maggiore. Io accoglierei i suoi sfoghi e resterei vicino quando è utile, facendogli capire che ci sono sempre, ci sono ancora di più quando ti comporti rispettosamente per tutti.
      Un abbraccio,
      Debora

      1. grazie della risposta
        Lui dorme 10 ore e già dalla mattina può iniziare a brontolare…per una brioches che decide che non va bene…oppure per vestirsi ( questa maglia è larga/stretta/brutta…oppure oggi il grembiule è lungo ma è sempre lo stesso grembiule)….poi se gli dico ok non vai a scuola perché è tardi lui allora diventa bravo e si veste in fretta e va a scuola…poi al ritorno viene al lavoro con noi…e li gioca con i cuginetti…e bene o male può frignare perché litiga con loro per un gioco ( deve sempre vincere lui)..o lo sgridiamo perché fa i dispetti al fratello…a casa alla sera comincia a brontolare per il mangiare e poi gioca con il fratello fino a quando non gli fa qualche dispetto…cominciamo a spiegare il motivo…poi alle 21.30 max a letto e li leggiamo sempre un libro ..andare a letto sempre bravissimo non dobbiamo forzarlo…( da quest’anno a scuola non fanno il riposino pomeridiano) secondo questo incide.
        grazie

        1. Ciao Tamara, mi pare che le routine siano ben impostate. Ora, c’è da vedere come gli parlate voi: urlate? Minacciate (del tipo “se non lo fai adesso poi niente più…”? Sottolineate con tante parole comportamenti che non vanno bene? Paternali? Sarebbe utile cominciare a chiedere le cose, coinvolgerlo… Sarebbe utile anche spiegarli le cose non nel momento in cui non le fa, quando chi spiega è nervoso e irritato, ma dopo, con calma, in un altro ambiente magari, neutro e di apertura. Proprio come farebbero due adulti che cercano un punto di incontro.
          Buone riflessioni 🙂

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