Hai un figlio dall'anno e mezzo ai tre e ruba i giocattoli al nido? Scopri perché è normale e cosa puoi fare per farlo crescere collaborativo. Hai un bimbo più grande e ruba i giochi al fratello? Scopri quale strategia propongo io alle mie figlie.
Che litighino è normale, purtroppo, che si rubino le cose anche... accidenti. Vediamo di capire il perché e farcene una ragione e vediamo di trovare soluzioni per cosa fare in quesi casi.
Iniziamo dai piccoli al nido, perché rubano i giochi ai coetanei?
Perché è parte della socialità, perché è un modo per presentarsi, perché cercano condivisione, connessione... Perché sono curiosi, perché non sanno che quella cosa non è loro e pensano che tutto gli sia dovuto, perché sono totalmente egocentricii. Ecco, queste sono tutte ragioni valide e nessuna di loro ci autorizza a urlare, scandalizzarci, implorare scusa alla mamma del compagno. E' normale.
Cosa fare con il piccolo che ruba i giocattoli altrui?
Dire che non si fa, ma qui interviene il tono di voce super dolce e accogliente. "No, no no, non si rubano i giocattoli agli altri bimbi quando ci stanno giocando" - quante volte ho sentito quegli angeli delle educatrici del nido delle mie figlie ripeterlo. Sempre amorevolmente e tranquillamente, e poi aspettavano sempre pacatamente, allungando la mano, che il bimbo arraffatore del momento ridesse di sua spontanea volontà il gioco.
A quell'età, anche il semplice gesto di prendere e ridare è socialità, condivisione, essere in complicità con qualcuno. Quindi, ho imparato proprio dalle educatrici delle mie figlie quando erano piccole, che basta il tono giusto, la dolcezza in abbondanza e lo spirito equo con tutti i bambini. Presto diventa una pratica comune ridare se rubato.
Perché i grandicelli rubano i giochi al fratello?
A quest'età dovrebbe aver imparato a non rubarli ai compagni. Sono più educati, rispettosi delle cose altrui... Però, con i fratelli sembra che questa regola sociale sfugga e quindi - a volte - si lasciano andare a comportamenti un po' più selvaggi e irrispettosi. Il fratello o la sorella sono della famiglia, c'è un legame speciale, un affetto speciale. E come per tutti i legami stretti, c'è più amore e c'è anche più tensione per certe condivisioni.
La mia proposta per il grande che desidera il gioco dell'altro
Quando il bambino che ruba il gioco raggiunge l'età di 3/4 anni e quando sa esprimersi linguisticamente o capisce il concetto di scambio allora ti propongo la mia dritta. Io suggerisco alla figlia che vuole un gioco e che non osa più rubarlo (ma che vorrebbe tanto farlo!) di proporre uno scambio.
Il difficile viene quando devo sempre ribadire il concetto che lo scambio non si fa con una cosa di poco interesse. Per ottenere lo scambio, e quindi l'oggetto desiderato, in modo onesto, la proposta di scambio dovrà essere fatta con un gioco figo!, un gioco che piace tanto all'altro fratello e di cui si è scordato in quei giorni!
Esempio di scambio a casa nostra
A questo punto arriva, per esempio, Emma di 5 anni che vuole il panda di Tessa. Tessa non cede e tende a fare un capriccio di possesso perché proprio in quel momento non vuole dare il suo panda alla sorella ...Guarda caso! Cosa che se fosse accaduto 20 minuti prima, Tessa non si ricordava nemmeno di averlo quel panda...
Io allora suggerisco a Emma di proporre uno scambio desiderabile a Tessa, uno scambio che Tessa non può e non vorrà rifiutare. Chiedo a Emma di pensare a un gioco bello, bellissimo, che piace tanto a Tessa e di cui lei si è scordata in questi giorni, di mostrarglielo e dire qualcosa del genere: "Guarda cosa ho trovato? Lo vuoi? Facciamo cambio? Io ti do questo e tu mi presti il panda?", con un bel sorriso sincero.
Costanza e persuasione pacifica
Di solito non funziona mai al primo colpo. L'oggetto di scambio viene cambiato per un paio di volte e spesso, alla terza volta, Emma ha successo, trova un oggetto che interessi a Tessa e ottiene lo scambio. L'importante è che ha ottenuto ciò che vuole con un pacifico compromesso e potere di persuasione.
I vantaggi di questa strategia di scambio
Come le migliori strategie di marketing contemporaneo, Emma ha creato un bisogno nella sorella e lo ha soddisfatto, ottenendo lo scambio come sua ricompensa. ...non male! Oltre a sviluppare l'idea del concetto di persuasione nella mente dei bambini, questa idea di scambio insegna al bambino persuasore che non si può ottenere tutto e subito, a scapito della gioia e serenità degli altri. Insegna loro l'attesa, il lavoro mentale per ottenere ciò che si vuole e la perseveranza nel cercare il gioco di scambio giusto. Non è facile e paga, a breve e a lungo termine.

In coaching con Debora » Il Percorso individuale di Figli Felici, include 3 ore (suddivisibili), scambio email illimitato, compiti mentali da eseguire, la Formazione Online “Figli Felici” e vuole aiutare il/i genitore/i a relazionarsi meglio con i figli per guidarli a livello comportamentale, nella gestione ed esplorazione delle emozioni, nel relazionarsi in famiglia e fuori. Debora Conti è autrice, formatrice, Trainer di PNL a livello internazionale e Coach professionista. È dottoressa in lingue e in psicologia e ha conseguito diversi master. Ha scritto vari libri di crescita personale tra cui alcuni best seller. Ha ideato specifici metodi di auto-aiuto e ama divulgare in modo semplice e pratico solo ciò che trova utile.
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