Teorie psicologiche sull'apprendimento - L'apprendimento nella crescita personale non è solo cosciente, coinvolge anche la mente inconscia. In questo articolo vediamo alcune teorie psicologiche sull'apprendimento per capire la storia dello studio della mente. . Debora Conti è autrice best seller di libri di crescita personale, Life coach professionista dal 2005, Trainer di PNL per la Society of NLP e laureata in psicologia. È docente di coaching per CCA Italia per migliorare i tuoi incontri di COACHING. e continua a formarsi con Master di livello internazionale.

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Teorie psicologiche sull'apprendimento


L'apprendimento nella crescita personale non è solo cosciente, coinvolge anche la mente inconscia. In questo articolo vediamo alcune teorie psicologiche sull'apprendimento per capire la storia dello studio della mente.

L'apprendimento nella crescita personale non è solo cosciente, coinvolge anche la mente inconscia. In questo articolo vediamo alcune teorie psicologiche sull'apprendimento per capire la storia dello studio della mente.

Teorie psicologiche sull'apprendimento - L'apprendimento nella crescita personale non è solo cosciente, coinvolge anche la mente inconscia. In questo articolo vediamo alcune teorie psicologiche sull'apprendimento per capire la storia dello studio della mente.  - Debora Conti

E se non potessimo imparare?
Immagina di continuare a fare le stesse cose migliaia di volte e non imparare mai a padroneggiarle… Immagina di non procedere, non evolverti, non crescere… Cosa faremmo senza la nostra capacità di apprendimento? E quanti modi esistono per apprendere e memorizzare? In questa lezione iniziamo dalla storia per capire come consideriamo oggi i vari tipi di apprendimento.

Sicuramente conosci la storia del cane di Pavlov... E di tutti quei topini che hanno subito scosse elettriche al posto del cibo? O per avere il cibo? Persi in labirinti solo per mangiare un pezzettino di formaggio. Iniziamo con un po’ di storia. Ora ti presento i due tipi di condizionamento, di apprendimento per apprendimento latente, per insight o per imitazione. Alla fine di questa lezione è interessante vedere come l’apprendimento per imitazione possa essere utile per gestire meglio sé stessi.

C’è apprendimento quando un individuo manifesta un nuovo comportamento, e che dopo essersi manifestato, si mantiene nel tempo (Giuliana Mazzoni, 2000). L’apprendimento modifica, indirizza verso una nuova direzione, genera pensieri, comportamenti, associazioni nuove. L’apprendimento migliora la vita e la quotidianità.

Condizionamento classico
Pavlov era un fisiologo russo che voleva studiare i processi digestivi del cane. Perciò misurava la salivazione del cane alla stimolazione gustativa con della polvere di carne sulla lingua. Dopo poco si accorse che l’animale iniziava a salivare già PRIMA di ricevere la polvere di carne sulla lingua: solo vedendola e solo vedendo lo sperimentatore.In pratica, il meccanismo evidenziato da Pavlov permetteva l’intrusione di uno stimolo neutro (fischio) che, associato a uno incondizionato (polvere di carne), provocava la stessa risposta incondizionata (salivazione).

Ecco la formula:

  • Naturalmente: SI (cibo) –> RI (salivazione)
  • Condizionamento: SN (fischio) –> SI –> RI
  • Comportamento appreso: SC (fischio) –> RC

Legenda: (SI= stimolo incondizionato; RI= risposta incondizionata che poi diventerà RC= risposta condizionata; SN= stimolo neutro che poi diventa SC= stimolo condizionato).

Lo psicologo comportamentista Watson applicò spaventosamente le scoperte di Pavlov. È noto il suo esperimento con il bambino Albert e la creazione di una paura per associazione. Albert veniva fatto giocare con un topolino bianco e peloso e non mostrava alcuna paura. Mentre cercava di afferrare il topo, Watson iniziò a introdurre (e associare) un suono molto forte e spaventoso. L’associazione topo e rumore spaventava Albert tanto che il bambino presto non ebbe più solo paura del rumore ma anche del topo.

Condizionamento operante
Skinner (1938), a partire da studi di Thorndyke, sviluppò una versione arricchita della legge dell’effetto. Skinner riconobbe importanza all’apprendimento per condizionamento classico, tuttavia evidenziò l’esistenza di molteplici comportamenti messi in atto senza essere condizionati da alcuno stimolo. Infatti, il condizionamento operante differiva da quello classico perché era spontaneo e non condizionato.

Se suona il telefono (stimolo dichiarativo) io vado a rispondere e sono io che opero, cioè agisco, per produrre un effetto. Skinner mise anche l’accento sul rinforzo post-azione. Se l’animale affamato scopriva che, muovendo una leva, otteneva cibo, lo rifaceva e otteneva lo stesso risultato, premeva la leva sempre più di frequente perché il rinforzo del cibo lo induceva a riprovare.

Secondo Skinner, il condizionamento operante agiva anche nella formazione del linguaggio dei bambini. Quando il bambino punta a una cosa e dice la parola giusta, il genitore rafforza con un «Bravissimo, è giusto» quando, invece, sbagliava associazione tra oggetto e parola, il genitore correggeva e non rinforzava.

Apprendimento per imitazione
Per comportamenti più complessi non si può ridurre tutto a condizionamento anche se osserviamo le informazioni legate ai rinforzi. Parte dei comportamenti umani sono appresi per condizionamento classico, altri per condizionamento operante, ma, quelli più complessi sono comportamenti appresi per imitazione sociale e osservazione.

L’uomo è un essere sociale e quindi anche l’apprendimento coinvolge meccanismi di imitazione e osservazione sociale. Secondo Rotter (1966) l’unità di base nello studio della personalità è l’interazione tra l’individuo e il suo ambiente. Secondo lui, la presenza di un comportamento non è determinata solo dalla natura o dai rinforzi ma anche e soprattutto (per gli esseri umani e i primati vicini) è dovuta alle aspettative (anticipazioni).

Bandura, sottolinea l’apprendimento per imitazione. L’uomo, secondo lui, impara guardando gli altri. In un famosissimo esperimento, dei bambini di scuola materna vennero messi in una stanza con degli attori adulti che agivano in modo aggressivo e violento con una bambola gonfiabile. In una seconda stanza, i bambini vennero messi in una situazione di frustrazione: avevano dei giochi vicini ma veniva impedito loro di giocarci. In una terza stanza, i bambini erano in presenza della stessa bambola che avevano visto picchiare dall’adulto. I bambini cominciarono a imitare i comportamenti violenti appresi osservando, alle volte ripetendo gli stessi movimenti e gesti per picchiare la bambola.

È utile conoscere come l'apprendimento funzioni per capire, a mio parere, che - oltre la logica nel classico apprendimento scolastico - esistono molti altri modi inconsci per memorizzare la maggior parte delle pratiche che poi attuiamo in modo automatico nel nostro quotidiano.

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