In un precedente articolo ti ho parlato del "Perché i bambini fanno i capricci?", distinguendo le varie situazioni, motivazioni e cause, anche per età. In quest'altro articolo collegato, vedremo come poter "risolvere" un capriccio: a volte prevenendo, a volte contenendo, a volte cambiando atteggiamento.
Nell'articolo sulle motivazioni che inducono il bambino piccolo (diciamo fino ai 6 anni) a fare un capriccio, ti ho parlato di:
- stanchezza,
- frustrazione per un nostro "no",
- frustrazione per la nostra intromissione,
- incapacità di gestire un'emozione irrompente e...
- dei capricci dei bimbi grandi che dimostrano o una semplice leggerezza dei genitori sulle regole oppure disagi più profondi, tra cui mancanza di rispetto dei genitori, assenza, tensioni, indifferenza...
Parliamo di come aiutare i nostri figli nei vari casi:
1 I BAMBINI PICCOLI (DA 0 A 2 ANNI), HANNO BISOGNO DI ESSERE CONTENUTI, ABBRACCIATI, FERMATI
Hanno gesti forti, anche violenti (e non se ne rendono conto), e vogliono il contatto. L'abbraccio, per stanchezza o quando bisogna contenere un capriccio violento che rischia di diventare perisoloso, è necessario. Anche se all'inizio si divincolano perché vogliono esprimere - giustamente - la loro contrarietà, sta a noi verificare se possiamo lasciarglielo fare, anche standogli accanto, o se dobbiamo "contenere" e abbracciarli per evitare che si facciano male.
2PUOI PREVENIRE RIPENSANDO AI CAPRICCI PASSATI
Se leggendo l'altro articolo, o pensandoci ora, ti rendi conto che hai spesso sostituito tuo figlio in azioni che poteva tentare lui o lei, fermati e inizia a lasciargli/le spazio. L'indipendenza e l'autonomia sono le vie preferenziali per la sua autostima in progress. Se sai che al supermercato o dai nonni si comporta in un modo poco rispettoso nei tuoi confronti o delle altre persone, Previeni! Prepara tuo figlio dicendogli che "Adesso andremo al super a prendere solo le cose che sono scritte sulla lista", "Tu potrai scegliere il sacchetto di verdura che la mamma ti dirà di prendere"... e che "È un compito importante perché dovrai scegliere quelle belle colorate e buone, dovrai guardarle e sceglierele con attenzione"...
3LA TUA PRESENZA PUÒ ESSERE SUFFICIENTE
Se sono frustrati, stanchi e fanno un capriccio esagerato, la tua presenza tranquilla accanto può essere sufficiente. Vedrai che, il bambino poi, vedentodi presente e calma/o, verrà da te, magari piangendo, e cercherà il contatto per "prendere" tutta la tua calma e farla sua. Se ritieni invece che possa e abbia il diritto di protestare puoi a) lasciargli quel minuto di protesta inconsulta e poi...
4...E POI LE PROSSIME VOLTE PASSI AL PIANO B): GLI INSEGNI COME FARE PER ESPRIMERE LA PROPRIA OPPOSIZIONE
I bambini, come tutti, devono poter esprimere i propri sentimenti (altrimenti, come ben sai, sistema nervoso, immunitario, linfatico, endocrino ne soffrono), è nostra responsabilità di genitore insegnare loro come riconoscere quelle emozioni e come esprimerle al meglio. Io sono nel pieno di questa fase educativa, che ci mette uno o due anni (se pensiamo che per alcuni è questione di una vita intera!). Mia figlia di 4 anni piagnucola, parlicchia e si innervosisce per un nonnulla a volte. Anche senza che sia "colpa" di nessuno di noi, solo con un foglio che non si piega bene magari. E questo succede a orari precisi di solito. Noi ci avviciniamo, chiediamo quale sia il problema, suggeriamo (a voce calma) di parlare con tono normale, di raccontarci il problema e già siamo a metà dell'opera. Eliminare quel piagnucolio fastidiosissimo, dà sollievo alle nostre orecchie (certo!) e spezza anche quella bolla di agitazione in cui si era gettata dinnanzi a un problema per noi inesistente. Poi, quando la sua mente e la mia sono tranquille, insieme e in armonia, posso sempre suggerirle un modo produttivo di esprimere la sua rabbia. Un bel "mannaggia" con gesto della mano a noi di solito basta. So di bambini che devono saltare, correre, gettare cuscini a terra... A ognuno la sua, basta che sia breve (non un'ora di sfogo, voglio dire!) ed utile a calmarsi.
5SE POI CI RENDIAMO CONTO CHE NOSTRO FIGLIO, ANCHE ORMAI GRANDICELLO, SI COMPORTA IN MODO DIVERSO DAI SUOI COETANEI CHE RIESCONO A GESTIRE MEGLIO IL PROPRIO UMORE, ALLORA - FORSE - DIPENDE DA NOI ED È ORA CHE OSSERVIAMO IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO
Come ti poni? Lo ascolti? Sei calmo "intorno" a lui/lei? Lo coinvolgi? Gli lasci spazio per parlare? raccontare? fare? Essere indipendente? Vivi tensioni che - per il bene dei tuoi figli - potresti lasciare fuori di casa? La vostra coppia ha un buon rapporto (per la maggior parte del tempo), i figli sentono coesione e amore? Sta a te pensare a come migliorare il tuo rapporto con tuo figlio nel rispetto suo, tuo e di tutti gli elementi della famiglia.
Per condividere regole con tuoi figlio ti rimando qui all'articolo sul come chiedere.

In coaching con Debora » Il Percorso individuale di Figli Felici, include 3 ore (suddivisibili), scambio email illimitato, compiti mentali da eseguire, la Formazione Online “Figli Felici” e vuole aiutare il/i genitore/i a relazionarsi meglio con i figli per guidarli a livello comportamentale, nella gestione ed esplorazione delle emozioni, nel relazionarsi in famiglia e fuori. Debora Conti è autrice, formatrice, Trainer di PNL a livello internazionale e Coach professionista. È dottoressa in lingue e in psicologia e ha conseguito diversi master. Ha scritto vari libri di crescita personale tra cui alcuni best seller. Ha ideato specifici metodi di auto-aiuto e ama divulgare in modo semplice e pratico solo ciò che trova utile.
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John Gottman, Intelligenza emotiva per un figlio, Bur, trad. A. Di Gregorio, B. Lotti
Vittorino Andreoli, Lettera a un insegnante, Rizzoli
Howard Gardner, Educazione e Sviluppo della mente, Centro Studi Erickson, trad. G. Lo Iacono
Eduard Estivill, Dormi bambino dormi, Feltrinelli, trad. G. Denis
Eva Millet, Felici e imperfetti – Come smettere di fare gli ipergenitori, Longanesi, C. Marseguerra
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Matteo Salvo, Studiare è un gioco da ragazzi, Gribaudo
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Judy Bartkowiak , PNL per le mamme e i papà, Alessio Roberti ed., trad. G. Fort
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Debora Conti, Il linguaggio emotivo dei bambini, Sperling e Kupfer
Janet Lansbury, No bad kids, JLML Press
Alan Kazdin, Il figlio ribelle, DeAgostini, trad. I. Spreafico
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L’autrice pone a latere il suo know-how di Life Coach e confessa che, da madre, si sia trovata agli inizi impreparata, ecco perché ha approfondito gli studi con la Positive Discipline e lo Yale Parenting Method. In questo libro vuole aiutare i neo-genitori da 0 a 5 anni ad affrontare i grandi cambiamenti che un bambino porta con sé: aiutarli a conoscere e a gestire le sue emozioni, capire e comprendere perché il suo cervello è così diverso da quello degli adulti e adeguare comportamenti e parole di conseguenza.
Aiutare i genitori di oggi a diventare “genitori-allenatori”, coltivando empatia e ascolto. Inoltre, Gottman si rivolge ai genitori come coppia e dedica gli ultimi due capitoli al ruolo del padre.
L'intento dell'autore è quello di rivalutare il ruolo dell’insegnante che è un mestiere fondamentale per una società che si vuol ritenere civilmente avanzata portando i giovani all’interno del vasto mondo.
L’intento dell’autore e dei suoi colleghi di Harvard è quello di «sperimentare forme di insegnamento e di valutazione più individualizzate» attraverso lo studio dell’applicazione della teoria delle intelligenze multiple sulla didattica, sull’apprendimento e sul rendimento scolastico.
L’autore intende offrire indicazioni pratiche e utili ai genitori che desiderano insegnare a dormire ai propri figli. Il metodo presentato è stato sperimentato con più di tremila bambini con disturbi del sonno, e per quanto possa sembrare difficile e faticoso applicarlo, il successo è garantito.
L'intento dell'autrice è quello di metterci in guardia dall'ipergenitorialità, un modello nato con i millennials americani e che si sta diffondendo anche in Europa generando ragazzi insicuri, ansiosi, dipendenti e impazienti. Nella prima parte del libro l'autrice ci parla dall'ipergenitorialità, mentre nella seconda parte si dedica all'undergenitorialità.
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L’intento dell’autore è quello di dare “il metodo” di studio allo studente e al genitore che legge questo libro. Non è questione di memoria o di capacità straordinarie, è solo questione di metodo ci dice e tutta la prima parte del libro è dedicata alla sua presentazione. La seconda parte del libro entra nel dettaglio dell’applicazione del metodo di studio e delle tecniche di memoria per diversi temi: imparare un elenco, dei concetti, una lingua, un capitolo di una materia scolastica…
L'intento dell'autore è quello di rivalutare il ruolo dell’insegnante che è un mestiere fondamentale per una società che si vuol ritenere civilmente avanzata portando i giovani all’interno del vasto mondo.
L’autrice presenta in modo semplice ed esaustivo i pilastri della PNL, un approccio terapeutico che insegna nuovi modi di vedere e di gestire il modo in cui comunichiamo. Attraverso intuizioni, studi su casi specifici e consigli, l’autrice traccia il percorso che porterà le mamme e i papà a diventare più forti ed efficaci, a riconoscere schemi ricorrenti nel comportamento e nella comunicazione, a osservare e a ricevere i feedback e ad attuare infine quei cambiamenti necessari per portare un nuovo senso di sicurezza nel ruolo di genitore.
L’intento dell’autrice è fornire indicazioni generali sull’origine e le cause del bullismo, analizzando le dinamiche individuali e di gruppo, le reazioni e i sentimenti di aggressori e vittime nonché le trappole online, gli interventi e le misure di prevenzione. L’autrice propone anche delle soluzioni alla frequente diffusione del cyberbullismo, una nuova forma di persecuzione che si manifesta sul web.
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L'intento di Janet Lansbury è quello di mettersi alla pari di altri genitori. Ex attrice e modella, ha sempre desiderato essere mamma e poi si è trovata totalmente spiazzata. Solo dopo essersi formata con Magda Gerber, ha capito che prima si dà amore, attenzione e cura al bambino e poi – solo poi – ci si potrà permettere di lasciarlo giocare tranquillamente da solo, e si potrà tirare finalmente un sospiro di sollievo.
L’autore presenta il suo metodo e cura l’aspetto scientifico di ciò che propone ai genitori. Insiste sull’illogicità di certe punizioni e propone semplici metodi pratici per promuovere la giusta condotta. Perché, dice, partendo dalla giusta condotta i rapporti si risanano e gli equilibri in famiglia ritornano.
Comments 2
Ciao, con i miei bimbiho visto che: con la seconda, più irrequieta, più esplosiva, soffriva molto dei miei momenti di nervosismo, di rabbia perchè aumentava il suo nervosismo e la sua rabbia e anche se sono migliorata, ci sono delle situazioni in cui mi porta all’esasperazone in cui perdo le staffe e la scaravento e lì finisce tutto. Credo sì ci siano motivi diversi e a volte sono abitudini, che poi ho cercato di cambiare, per esempio molte volte si metteva a dormire sgridandola, perché erano 1000 richieste una dietro l’altra: abbiamo messo delle regole, delle coccole diverse e ci siamo riuscite, é una testa dura e a volte è difficile prenderla.
L’altro invece sembra che ti sgusci via, se l’altra è un muro di mattoni, lui di gomma in cui le cose rimbalzano e boh! I miei momenti di tilt in cui lo scaravento, gli provocano una frustazione più interiore. Lui quand’è di “luna storta” dice di essere Ebenezer Scrooge: vuole stare da solo e fa finta “più o meno” di essere scontroso. E poi (ha appena fatto i 5 anni) ha ancora momenti di rabbia/lagna che ha volte ho gestito con rabbia e aumentano l’Ebenezer che è in lui, che sfocia nell’essere un po’permaloso.
Author
Ciao Beatrice,
mi fa un po’ paura il tuo “scaraventare”… cosa vuoi dire?
Mi pare che urla su urla non sia efficace. Come dici tu aumenta l’eccitazione e il nervosismo.
Non credo che la situazione ti vada bene cosi’, giusto?
Se hai domande, sono e siamo qui.
Debora